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È stato stimato che nella popolazione italiana solo la metà delle persone intervistate riferirebbe di non aver avuto alcun problema di sonno nell’anno precedente (Devoto e Violani, 2009).
Eppure non tutti loro riferirebbero di soffrire di insonnia, perché spesso chi dorme male considera questa incapacità come una caratteristica personale con cui si è imparato a convivere con rassegnazione, o come un disturbo fastidioso ma sopportabile che non necessita di particolari cure.
Per alcuni invece può diventare un problema rilevante e con conseguenze molto negative sul benessere personale. Facciamo quindi un po’ di chiarezza. Quando si può dire di soffrire di insonnia?
I sintomi sonno-correlati che caratterizzano l’insonnia riguardano tre tipi di difficoltà:
La combinazione dei tre tipi di difficoltà di sonno, anche detta insonnia mista è sicuramente la più comune.
Ma come distinguere la vera e propria insonnia da una condizione di cattivo sonno che tutti in vita nostra abbiamo ahimè sperimentato?
L’insonnia viene definita tale quando si presentano le seguenti condizioni:
Curioso come la durata del sonno non rientra tra i parametri quantitativi da considerare una fase di diagnosi dell’insonnia. Perché?
Per due motivi: la quantità di sonno necessario varia molto in base all’età ma anche alle caratteristiche individuali di ciascun individuo e in secondo luogo la ricerca sperimentale e la clinica indicano che il sonno di cattiva qualità non è determinato dal dormire meno di otto ore, bensì dalla frammentazione del sonno e dal trascorrere molto tempo svegli aletto nel periodo destinato al sonno.
Puoi risolvere il tuo problema di insonnia anche senza l’uso di farmaci, grazie al trattamento cognitivo-comportamentale.
Leggi questo articolo per capire di cosa si tratta.