Colazioni abbondanti sono la prima chiave (poco conosciuta) per restare in forma
Come il nostro corpo risponde alla tempistica di assunzione del cibo
Tutti sappiamo che per dimagrire è necessario bruciare più calorie di quante ne abbiamo introdotte. Così, molte persone sono convinte che un modo diretto per perdere peso possa essere quello di saltare del tutto la prima colazione, evitando di assumere qualunque fonte di cibo appena alzati. Altri si concedono al massimo una tazzina di caffè, quanto basta per “rimettersi in piedi”. Questo metodo è quanto mai fallace, e non solo perché la prima colazione ha l’importante compito di interrompere il digiuno che si è protratto durante tutta la notte, fornendo all’organismo l’energia e i nutrienti di cui ha bisogno per iniziare bene la giornata.
Concentrare l’assunzione dell’energia nella prima parte della giornata favorisce un metabolismo più attivo, che contrasta l’accumulo di grasso e ci aiuta a mantenerci in forma. Alla prima colazione dovrebbe essere riservato quindi almeno il 15% dell’introito calorico giornaliero. Facendo una colazione abbondante, contenente tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno – e quindi prevedendo frutta, cereali integrali, una quota di grassi e proteine – trasmettiamo alla parte del nostro cervello adibita alla regolazione del metabolismo il messaggio: “Tranquillo, puoi anche sprecare energia in modo non efficiente, perché ad ogni digiuno segue sempre un pasto abbondante”.
È dimostrato che così vengono effettivamente attivate vie metaboliche che utilizzano i grassi di riserva solo per produrre ad esempio calore. Questo meccanismo è quanto mai utile per chi vuole perdere peso, perché una quota di grasso viene così bruciata dal nostro organismo, indipendentemente dalla quantità di attività fisica che facciamo.
Invece, chi salta la colazione manda al cervello il messaggio esattamente opposto. Digiuna dalla sera al mezzogiorno del giorno successivo, sottoponendo l’organismo ad un digiuno forzato e prolungato, e giunge al pranzo molto affamato. L’organismo cercherà allora di trasformare immediatamente l’energia assunta con il pasto in grasso di riserva, per far fronte al lungo periodo di digiuno che sa di dover fronteggiare. Con lo stesso obiettivo, minimizzerà le vie metaboliche “ridondanti”, che bruciano grassi in modo inefficiente, diminuendo al massimo il dispendio calorico.
Questo spiega perché, a parità di introito calorico ed esercizio fisico, chi fa colazioni abbondanti e concentra nella prima parte della giornata buona parte delle entrate energetiche, risulta essere mediamente più in forma del suo collega “saltatore”.